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Perchè Valtènesi

Ciò che rende unico il rosé della Valtènesi rispetto agli altri del Nord Italia è, prima di tutto, il clima straordinario in cui nasce. La Valtènesi si affaccia sulla sponda occidentale del Lago di Garda, e proprio questo lago esercita un’influenza fondamentale sul territorio: crea un microclima dal carattere quasi mediterraneo, raro da trovare a queste latitudini.

Qui l’inverno è mite, l’estate è ventilata, e le temperature restano sempre abbastanza equilibrate, grazie alle brezze costanti che arrivano dal lago e dalle montagne circostanti. Questo permette alle uve di maturare lentamente, mantenendo freschezza, eleganza e complessità aromatica. A differenza di molte altre zone del Nord Italia, dove le escursioni termiche sono più marcate e il clima può essere più rigido, in Valtènesi si ha un’armonia climatica che si riflette direttamente nel bicchiere.

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Ma non è solo il clima a fare la differenza. Il rosé della Valtènesi si basa su un vitigno autoctono, poco conosciuto ma di grande finezza: il Groppello. È un’uva delicata, a buccia sottile, perfetta per la produzione di rosati. Coltivata solo in questa zona, dà vita a vini dal colore chiaro e dai profumi floreali, con note di frutti rossi e spezie leggere, come il pepe bianco.

La vinificazione segue una tradizione precisa e rispettosa del vitigno: si tratta del cosiddetto “vino di una notte”, in cui il contatto tra bucce e mosto dura solo poche ore. Questo metodo consente di ottenere rosati molto chiari, secchi, raffinati ed equilibrati, spesso paragonati ai migliori rosé della Provenza, ma con un’identità tutta italiana e profondamente legata al territorio.

In sintesi, il rosé della Valtènesi è il risultato di un insieme raro e prezioso: un clima mite e armonioso, un vitigno autoctono elegante, una tecnica delicata e una lunga tradizione locale. È un vino che racconta il lago, la luce e la leggerezza della Valtènesi, distinguendosi nettamente dagli altri rosati del Nord.

Il rosé della Valtènesi nasce da una vocazione antica e si lega, forse non per caso, a una storia d’amore affascinante: quella tra la nobildonna gardesana Amalia Brunati e il senatore veneziano Pompeo Molmenti, grande appassionato di enologia. Dopo il loro matrimonio, celebrato nel 1885, Molmenti si stabilì nei possedimenti dei Brunati a Moniga del Garda, nel cuore della Valtènesi.

Proprio lì, nel 1896, il Senatore codificò per la prima volta il metodo di produzione del rosé locale, ponendo le basi di quello che oggi chiamiamo semplicemente Valtènesi.

Storia di un'intuizione

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Si trattava di un vino già noto nella zona sin dal Cinquecento, chiamato in passato “claretto”, come documentato dall’agronomo bresciano Agostino Gallo (1499–1570).

L’intuizione di Molmenti trasformò il Valtènesi in un vino moderno e raffinato, in perfetta sintonia con il gusto elegante della belle époque. Il successo arrivò nel 1904, quando il suo vino fu ammesso alla prestigiosa Esposizione Bresciana, dove vinse la medaglia d’oro. Da quel momento, il “rosé di riviera” conquistò i salotti e i locali milanesi del primo Novecento, affermandosi come aperitivo alla moda e simbolo di eleganza.

con un piede nel passato

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